“Nel mio lavoro il corpo è il fine e il mezzo, sorgente allo stesso tempo di movimento e di immagini che si intrecciano alimentandosi vicendevolmente, e la possibilità di abbandonare il conscio per l’inconscio, permettendo a simboli ed emozioni di nutrire il movimento, è la radice dalla quale si evolve il mio percorso.
Il corpo è un mistero, è uno strumento di percezione dotato di sensi finissimi che ci permettono di entrare in relazione con la materia visibile e invisibile, attraverso odori, suoni, immagini e sogni. Comprende e unifica la densità della materia e l’immensità indefinibile delle emozioni e dei pensieri. Occupa apparentemente uno spazio finito ma può immaginare galassie distante anni luce. Aderisce perfettamente alla nostra unicità e contiene la nostra storia.
Questa è la visione che mi ha portato a fare del corpo lo strumento del mio lavoro e il centro di interesse delle mie ricerche. Sia nel mio approccio terapeutico/posturale che nel mio lavoro performativo non prescindo dalla conoscenza e dall’esplorazione di questo strumento ed la percezione consapevole è una delle chiavi per accedere alle sue potenzialità.